E sempre allegri bisogna stare
RSI – speciale Rete Uno (23 ottobre 2017)
Giangilberto Monti & Paolo Tomelleri
conduzione Gianluca Verga
Esplorare il vasto repertorio musicale che Dario Fo ha firmato in carriera, passando dai brani scritti con Fiorenzo Carpi per il teatro alle ballate ironiche composte con Enzo Jannacci per il cabaret, senza trascurare il repertorio melodico degli esordi televisivi o quello più barricadero negli anni della Palazzina Liberty, accompagnato dalla chitarra di Paolo Ciarchi, è l’omaggio che lo chansonnier Giangilberto Monti offre a uno dei suoi maestri d’arte scenica. Il repertorio musicale di Fo – Premio Nobel per la letteratura nel 1997 – è stato finora praticato dal suo autore in teatro e su disco da Enzo Jannacci, coautore di una ventina di brani poetici, buffoneschi e stralunati, spesso diventati popolari. Ma riprendere quel mondo musicale significa anche ripercorrere una parte importante della storia del nostro paese, di cui Fo è stato spesso portavoce.
Dario Fo ha sempre usato la musica nei suoi spettacoli, non solo per rimarcare il suo ostinato ribellismo o cantarci sopra, ma anche per ragionarci: dalle prime note scritte con il poliedrico compositore Fiorenzo Carpi negli anni Cinquanta alle ballate ideate con i napoletani delle Nacchere Rosse, nel terzo millennio. E se “il signor Dario Fo” – che di canzoni ne ha scritte oltre 250 – non ha mai smesso di voler divertire il pubblico, ha sempre ricordato che tra una rima e l’altra “sempre allegri bisogna stare, perché il nostro piangere fa male al re”. Che detto dal principe dei buffoni, non è poco.
“Dario Fo è stato un mio maestro e negli anni ho cercato di non perdere mai il filo del suo lavoro musicale. Dopo il libro in cui ho riassunto la sua passione per le sette note – “E sempre allegri bisogna stare (Giunti, 2017) – ho deciso di reinterpretare alcune sue canzoni. E ho voluto ricreare quell’atmosfera jazz elegante e divertita da cui era partita la coppia Fo-Jannacci, grazie anche a un protagonista di quelle composizioni, il clarinettista e arrangiatore Paolo Tomelleri, coadiuvato da musicisti di grande levatura: Sergio Farina alla chitarra, Tony Arco alla batteria, Marco Mistrangelo al contrabbasso e Fabrizio Bernasconi alle tastiere. E nel recital che accompagna questi brani racconto anche alcuni aneddoti, noti e meno noti, sulla carriera musicale di Fo, dalla nascita della sua canzone-manifesto Ho visto un re alla contesa tra Jannacci e De André sulla ballata medioevale La mia morosa la va alla fonte. Senza mai dimenticare la figura dell’amata Franca Rame e la genialità trascinante di questo signore della scena: l’autore italiano più rappresentato al mondo, anche se molti di noi non se ne sono mai accorti” (Giangilberto Monti)