banda-bonnotEd.   Vololibero, 2013

Romanzo illegalista.

Siamo in Francia, c’è la democrazia, la guerra in Europa non c’è, o meglio, c’è dappertutto, ma non qui. E’ la Belle Epoque! Vai a prendere il caffè sulla Senna, vai a ballare al Moulin Rouge e lì ci trovi gli artisti, i ministri, bellissime donne… basta avere i soldi. E se vuoi farti quattro risate? Vai al cabaret, dove i comici prendono in giro l’imperatore. Ma se non hai soldi, se cerchi lavoro? Se sei disperato perchè non lo trovi, cosa fai? Questa storia a Parigi la conoscono tutti, è quasi una leggenda però è tutto vero… questa è la storia di Jules Bonnot: operaio, anarchico e poi bandito. Un fuorilegge.

leggi la prefazione di Oliviero Ponte Di Pino

Presentazione
Con questo “romanzo storico” Giangilberto Monti passa dalla saggistica comico-musicale alla narrativa e grazie a un’attenta ricerca sui giornali dell’epoca affronta una vicenda umana e politica che da sempre lo affascina: l’epopea di Jules Bonnot – “operaio, anarchico e poi bandito” – e della sua banda di anarchici illegalisti, che seminarono il terrore nella Parigi della Belle Époque e fecero discutere poeti, uomini di Stato, rivoluzionari, giornalisti e gente comune. La loro anima romantica, la commistione tra utopia libertaria e delinquenza comune e la modernità con cui agivano negli assalti alle banche – le loro rapine in auto e la bravura di Bonnot alla guida, divenne leggendaria – trasformò una banda di ragazzi di vent’anni in eroi tragici, e il suo leader in una star dei quotidiani francesi. Grazie a loro la polizia inventò nuove tecniche investigative, come la rilevazione delle impronte digitali, si armò ancora meglio e conquistò la strada con mezzi più potenti, ma i “ragazzi di Bonnot” avevano dalla loro un’idealità che li distanziava dalla malavita parigina degli apaches, guadagnandosi le simpatie degli antagonisti e l’odio dello Stato francese, che non esitò a ucciderli in assedi tragicomici o a ghigliottinarli senza pietà. A differenza di altri libri sull’argomento, tra Italia e Francia, questo di Monti affronta l’intera epopea della banda, dalla nascita del suo fondatore al processo che un secolo fa vide l’idea stessa di anarchia alla sbarra, in una Parigi a un passo dalla Grande Guerra, ridotta allo stremo dagli scandali politici e dalla crisi economica della “Brutta Époque”, nella quale il diserzionismo anarchico preoccupava governanti e patrioti. “L’Amore che fa Boum!” é un libro che racconta una storia vera, spesso con le parole dei suoi protagonisti, senza compiacenze di sorta e con un distacco storico non privo d’ironia, una cifra artistica tipica del suo Autore. D’altronde G.G. Monti ben conosce la storia del cabaret e le sue radici nella canzone d’oltralpe. E proprio uno dei suoi protagonisti più geniali, Boris Vian – autore nel 1954 di una commedia musicale sulla Banda Bonnot – scandisce idealmente i passaggi temporali di questa storia.